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Il vecchio gattaccio MIngardi graffia ancora

Il vecchio gattaccio MIngardi graffia ancora

Tra le tante novità discografiche italiane di questo fine 2018 (Ramazzotti, Giorgia, Tozzi e Raf, Bertè, ecc...) mi permetto di segnalare l"ultimo lavoro di Andrea Mingardi, che si intitola "Ho visto cose che".

Spesso mi capita, durante le mie serate di pianobar, di cantare pezzi di "noi emiliani"..Vasco, Ligabue, Zucchero...poi di restringere il cerchio a "noi bolognesi"... Morandi, Cremonini, Stadio, Guccini, Carboni, Dalla, fino a colui che della propria bolognesità ne ha fatto un marchio di fabbrica: Mingardi, appunto. Se non lo avete ancora fatto, vi suggerisco di recuperare la discografia di questo artista davvero eclettico (ha sritto diversi romanzi, oltre ad essere uno stimato pittore).

Grande conoscitore di calcio e basket (è uno dei padri fondatori della nazionale cantanti), è sicuramente il più soul, insieme a Zucchero, dei musicisti italiani in commercio.Ha scritto e cantato per Mina, ha partecipato a cinque festival di Sanremo, ha reinterpretato meravigliosamente brani di Battisti e rimane memorabile il suo tributo a Ray Charles.Con le sue canzoni in dialetto bolognese(un linguaggio dai suoni molto funky), ha divertito intere generazioni di felsinei. È stato anche attore cinematografico al fianco di Fabio de Luigi.Qualche anno fa ho avuto il piacere di conoscerlo e di parlare un p"ò di musicae sport.L"ho sempre immaginato come un gatto:un gattone rosso e blu che gironzola libero per il quartiere e poi viene comodamente a ronfare sul divano di casa.Con questo ultimo disco, quel gattaccio di strada torna a graffiare, con la sua voce ormai "mitica" e con la grinta che soltanto i grandi mantengono intatta a dispetto degli anni.